La terapia del dolore

Il dolore è definito come un’esperienza negativa, soggettiva, multidimensionale, associata ad una lesione tissutale reale o potenziale, o descritta in termini di una tale lesione. Il dolore può avere un marcato impatto sullo stato fisiologico e psicologico di un individuo. Le componenti coinvolte sono:

  • sensoriale;
  • affettivo-emozionale;
  • cognitivo-valutativa;
  • comportamentale.

Tra lo stimolo dannoso a livello tessutale e l’esperienza soggettiva “dolore” è interposta una serie complessa di eventi chimici ed elettrici mediati dal sistema nervoso centrale. I fattori psicologici giocano un ruolo chiave nella percezione del dolore, in particolare condizioni d’ansia, paura, spossatezza, insonnia, rabbia e depressione possono abbassare la soglia del dolore.

La motivazione principale del paziente: il dolore

È il dolore il motivo principale per il quale il paziente fa richiesta della visita medico-specialistica. In questa sede è fondamentale definire accuratamente tipologia, qualità, intensità e durata del dolore.

Sulla base dei meccanismi fisio-patogenetici possiamo distinguere:

  • Nocicettivo;
  • Somatico: superficiale: tagli, scottature; profondo: muscoli, ossa, tendini, vasi (meno localizzato);
  • Viscerale: organi interni, cavità viscerali. Può essere superficiale o riferito a distanza;
  • Neuropatico;
  • Centrale: infarto, sclerosi multipla, lesioni spinali;
  • Periferico: neuropatie, H. Zoster.;
  • Misto (oncologico);
  • Psicogeno.

I diversi tipi di dolore:

  • Il dolore acuto: definito come la normale, fisiologica risposta ad uno stimolo lesivo chimico, termico, meccanico derivante da traumi, interventi chirurgici o malattie. Agisce quindi come un segnale utile che allerta di un pericolo imminente;
  • Il dolore cronico: persiste a lungo (oltre 6 settimane) e produce nel paziente un complicato insieme di cambiamenti fisici, psicologici, sociali e spirituali che possono compromettere in modo importante la sua qualità di vita e che comportano rilevanti conseguenze a livello economico sanitario. È accompagnato da un basso livello di patologia di base che non ne spiega presenza e intensità. Ha quindi perso la funzione di protezione e allarme, diventa una patologia a sé stante, non più un sintomo.

Nonostante i meccanismi alla base del dolore non siano ancora chiari, qualsiasi terapia è da considerare valida per la riduzione del sintomo.

Qualsiasi scelta terapeutica avrà, quindi, l’obiettivo di ridurre o eliminare la sintomatologia immediatamente o comunque in tempi brevi. Si possono considerare trattamenti invasivi e non. Tra gli approcci mini invasivi possiamo annoverare la mesoterapia e le infiltrazioni intrarticolari.

Le terapie praticate nel Centro Consalus:

  • mesoterapia: microiniezioni intradermiche locoregionali, eseguite allo scopo di circoscrivere la somministrazione del farmaco alla zona dolorosa prolungandone l’effetto nel tempo. La somministrazione localizzata del farmaco e le quantità esigue dello stesso sono i principali vantaggi della mesoterapia.
  • terapia infiltrativa: è indicata nelle patologie articolari infiammatorie (non infettive) e degenerative come artrosi e artrite reumatoide, e nelle patologie para-articolari (borsiti, tenosinoviti, capsuliti, etc). Le sostanze più utilizzate sono FANS iniettabili, cortisonici e acido ialuronico.
  • fisioterapia rappresenta una soluzione non invasiva attraverso l’utilizzo di terapie manuali e strumentali. La terapia manuale si può avvalere di approcci meccanici mirati alle componenti osteo-articolari o di tecniche dirette alle strutture molli (fascia, muscoli). La terapia strumentale prevede l’utilizzo di mezzi fisici per fini curativi, è da considerare complementare al percorso riabilitativo e può sfruttare energia elettrica, sonora, magnetica, termica, luminosa e meccanica.
  • TENS (Transcutaneous Electrical Nervous Stimulation) rappresenta la più comune tipologia di elettroterapia a scopo antalgico. Trova particolare indicazione nelle sindromi algiche acute, anche post-intervento. Non c’è particolare evidenza della validità nelle patologie croniche. È controindicata in gravidanza e allattamento, per i portatori di pace-maker e in presenza di ferite o piaghe.
  • laserterapia: utilizza l’energia generata da radiazioni luminose per indurre effetti biologici come l’innalzamento della soglia del dolore e conseguente effetto antidolorifico, antiflogistico, antiedemigeno e biostimolante. Le modalità di applicazione variano in relazione alla patologia e alla tipologia di laser utilizzato. È controindicato in caso di lesioni neoplastiche e nelle aree oculari, cardiache e cutanee foto-sensibili.

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